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E-learning, DAD, Webinar, sono solo alcune delle parole, diventante ormai comuni, che parlano di nuovi modelli e strumenti tecnologici di formazione. La tecnologia sta ormai trasformando radicalmente l’esperienza di apprendimento sia nei tempi, sia nei modi, sia nei luoghi, rendendo la formazione più libera, inclusiva, sostenibile e diffusa.

Come noto, in Italia soffriamo di un cronico skills mismatch o di gap formativo; paghiamo cioè con alti tassi di disoccupazione la mancata corrispondenza tra le competenze richieste dal mondo del lavoro e quelle dei candidati che escono dalle università.
Questo è dovuto, oltre ad alcuni problemi strutturali tutti italiani anche da una difficoltà del mondo della scuola di tenere testa ai cambiamenti estremamente rapidi che sono richiesti dal un mondo che diventa sempre più veloce.

Di qui l’importanza cruciale da un lato, delle Università di adottare nuove modalità di formazione digitali più snelle e rapide per riuscire a formare un grande numero di canditati che siano competitivi, dall’altro per le aziende di investire in programmi di reskilling e upskilling per avere persone in grado di rispondere alle esigenze del mercato.

La tecnologia è, in entrambi i casi, un grande alleato!

La formazione è uno degli ambiti cruciali dove si gioca infatti la digital trasformation per aziende ed enti di formazione.
Nel nuovo panorama digitale cambiano i criteri con cui si fa formazione: l’aula, intesa come luogo deputato all’apprendimento, diventa virtuale, anzi ibrida, i tempi si dilatano così come il potenziale pubblico. Grazie a questa trasformazione di spazi e strumenti è nata una vera e propria industria quella dell'e-learning. Un trend che, secondo le statistiche svolte da Research and Markets, raggiungerà entro il 2025 un forte valore di mercato.

Quali sono i vantaggi? Massima flessibilità, un apprendimento più efficace e che lavora sui tempi e sugli aspetti organizzativi, creando così un maggior coinvolgimento formativo.
Ma quali sono allora le sfide di chi nelle università o in azienda deve progettare spazi e sistemi di condivisione per supportare nuove modalità di apprendimento?

Sicuramente rispondere all’esigenza di flessibilità, per consentire diverse modalità di apprendimento (gamification, social, webinar) anche in tempi differenti.

Seconda sfida è il coinvolgimento, ovvero essere in grado di offrire un’esperienza di apprendimento che sia immersiva sia sul piano cognitivo che emozionale per ampliare l’efficacia del contenuto.

Terza parola chiave: condivisione. L’aula diventa ibrida così come l’interazione tra le persone che rimane però essenziale per il processo di apprendimento. La tecnologia diventa abilitante della condivisione e dello scambio tra le persone.

Chi guida questo cambiamento, chi è chiamato oggi a rispondere a queste sfide e di quali professionisti si può avvalere?

Le Università, gli enti formativi e le Academy aziendali hanno oggi la necessità di ripensare completamente le funzioni degli spazi e le dotazioni per costruire ambienti che siano in grado si supportare e facilitare il percorso di apprendimento.

Le figure chiave in grado di supportare questa transizione sono:

  • Architetti che progettano o ripensano gli spazi dando loro nuova veste e nuove funzioni;
  • Progettisti audio video che disegnano le migliori soluzioni multimediali che si adattino agli spazi;
  • Fornitori di tecnologie per la collaborazione, lo streaming ei sistemi audiovideo multimediali;
  • System integrator per integrare e far dialogare impianti e tecnologie diversi.

Il futuro dell’apprendimento è nella tecnologia!

“Technology is transforming education, changing how, when and where students learn, and empowering them at every stage of their journey.”  INTEL

Ti interessa questo argomento? Ne parleremo a MIR, dal 2 al 4 aprile 2023, nel frattempo scopri la nuova sezione dedicata alle SOLUZIONI PER EDUCATION & TRAINING


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